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Un auspicato risveglio dell’interesse attorno alle opere di Stefano D’Arrigo porta alle stampe un omaggio ad “Horcynus Orca” che spicca per la sua originalità: il graphic novel intitolato “Nel ventre dell’orca”, scritto e disegnato da Michela De Domenico, edito con Mesogea. Un libro dall’incommensurabile potenziale; sapiente nella scelta dei personaggi e degli esperimenti linguistici rievocati; abile nella struttura e nei montaggi delle scene, che si giocano su diversi piani temporali e della realtà; commovente con un finale che sa di coraggio.

Michela De Domenico è architetta, docente, ma soprattutto artista eclettica, che ha scelto di restare nella propria terra per alimentare un bel fermento culturale fondando a Messina il laboratorio di fumetti Officina del Sole, insieme a Lelio Bonaccorso, Fabio Franchi e Giuliana La Malfa. Noi siamo andati a trovare Michela in officina.

D. Stefano D’Arrigo ha una complessità che può scoraggiare il lettore medio. Un libro che lo accompagni all’interno di un nuovo mondo in modo gentile è un gesto di grande amore per la Letteratura unito a una visione inclusiva. Da dove nasce questo progetto?

R. E’ un progetto che viene da lontano. A cavallo del 2000 iniziammo con altri amici a lavorare all’apertura del parco Horcynus Orca, che oggi sorge a Capo Peloro, proprio i luoghi del romanzo. In questa occasione fondammo un’impresa culturale, Sciara, col ruolo di occuparsi di eventi e didattica per il parco e di cui faceva parte anche Caterina Pastura, oggi editor del mio graphic novel, che ci accompagnò nella lettura del testo. Da qui si concretizzarono una serie di prodotti, tra cui un piccolo fumetto che racconta il sogno di ‘Ndria sul cimitero delle fere, nucleo originario del mio libro. Hocynus Orca resta nel cassetto per anni, fino a quando nel 2019 la casa editrice Mesogea, in collaborazione col Cospecs dell’Università di Messina e il parco H.O., per ricordare i 100 anni dalla nascita di D’Arrigo, organizza il seminario “Horcynus Orca in traduzione”, a cui partecipo anch’io. Qui conosco Moshe Kahn, il traduttore tedesco di H.O., che diventerà il protagonista del graphic novel.

D. Forse pian piano si sta restituendo a D’Arrigo lo spazio che merita. Il tuo libro contribuisce a questo lavoro di squadra. Che riscontro hai trovato tra i lettori?

R. Molti mi hanno detto che gli era venuta voglia di leggere o rileggere il romanzo, ma mi ha fatto piacere anche incontrare tanti giovani durante le presentazioni nelle scuole, che hanno sentito parlare per la prima volta del romanzo e che ne sono rimasti affascinati. Come ho detto loro, H.O. è uno scrigno che va aperto con pazienza e rispetto, perché dentro si cela un intero mondo che aspetta solo di essere scoperto.

D. Hai pensato di dedicarti a progetti simili, che aggancino i classici della letteratura? A cosa stai lavorando?

R. Da anni lavoro a una guida illustrata su Messina, un diario di viaggio in cui accompagno un ipotetico ospite in giro per la mia città, facendogli conoscere monumenti, tradizioni, cibi. La letteratura è un tema spesso presente nei miei fumetti: in passato ne ho pubblicato uno liberamente tratto dal racconto “La sirena” di Tomasi di Lampedusa e avevo realizzato un soggetto con protagonista Lucio Piccolo e i suoi fratelli, rimasto inedito. Oggi mi piacerebbe realizzare un graphic novel su Goliarda Sapienza, partendo dai suoi romanzi e intrecciandoli anche con la sua vicenda biografica.

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