“Solitamente noi corrediamo le recensioni con qualche domanda, che rivolgiamo all’autore/autrice”.
“E perché non me le manda via mail? “ Mi dice, mentre sta firmando un libro ed è circondata da ammiratori che pressano da ogni parte. La sua abilità nel gestire la relazione con il pubblico è impressionante.
Ha parlato per più di due ore di seguito ed è reduce da una tre giorni in lungo e in largo per la Sicilia, tra scuole e biblioteche.
Lei è Dacia Maraini e il nome dice tutto, anzi non proprio, perché bisogna ascoltarla dal vivo, incontrarla, per arricchire le proprie conoscenze e alimentare la mente e il cuore.
Ogni sua parola, ogni suo gesto, persino ogni sguardo, comunica importanti messaggi di storia, di cultura, di saggezza, lei stessa è la storia itinerante, la storia della cultura italiana del Novecento e del Duemila.
“Vita mia “ l’ultima sua pubblicazione, è un coraggioso gesto di testimonianza vivida e sapiente, al momento di preservare la memoria storica dall’oblio, per l’incredibile e inverosimile sequenza di brutture, violenze, patimenti, in continuo bilico con la morte.
Una storia che parla di guerre, di ingiustizie, di sofferenze ma anche di coraggio, di speranza e di resilienza. Un libro che racconta storie vere di persone coraggiose, che hanno lottato per difendere i propri diritti, la propria dignità e quella degli altri, in cui ogni dettaglio di quei luoghi di sofferenza e di morte, ogni volto di un compagno di prigionia, ogni momento di disperazione e di speranza sono vividi nella memoria.
E’ la vicenda vissuta della famiglia Maraini legata alla permanenza in Giappone, la cui narrazione non si limita a informare, va oltre, perché educa, forma, ispira e lascia un segno nel cuore di chi legge, come parte fondamentale dell’identità di un popolo o di una comunità, di testimonianza vera in ogni pagina. Un racconto che prende e trascina in una lettura più appassionante di qualunque triller, o romanzo.
Le domandiamo:
Questo libro, molto intimo, è stato in predicato di pubblicazione per tantissimi anni, ma trova luce oggi, nel 2024. Qual’è stata la motivazione che ha vinto la comprensibile ritrosia, nel parlare di quella drammatica esperienza?
Le spinta mi è venuta dal momento difficile e pericoloso che stiamo vivendo. Ci sono scintille guerresche che esplodono in tutto il mondo e veramente si rischia una terza guerra mondiale. Ho pensato che era giusto pubblicare una testimonianza ,di come si possa vivere una guerra feroce vista dagli occhi di una bambina. La testimonianza, al contrario di un saggio, si sofferma sui dettagli che sono più comprensibili per chi non ha vissuto in prima persona l’atroce esperienza della guerra e della prigionia.
A mio avviso,da ogni pagina del libro, denso di informazioni ed esperienze, traspare un messaggio per il lettore. Qual È il messaggio principe che questo libro vuole dare?
Sinceramente non credo nei messaggi. Credo che si debba raccontare i fatti con sincerità ed emozione. E’ quello che ho cercato di fare.
Chi è la bambina ritratta nella copertina del libro?
La bambina bionda con la faccia imbronciata sono io. Ero uscita dal campo da quasi un anno nell’attesa di una nave per l’Italia. Quindi già rifocillata e curata e non portavo più le tracce della sofferenza che mi aveva fatto ammalare di beri-beri e scorbuto. Quella dietro è una Tokyo fatta di macerie.